Face to Face The maieutic machine

 

 

 

ArteLiberaTutti_2017

Ex carcere mandamentale di Montefiascone

1- 14 agosto 2017
un progetto di Giorgio de Finis
Per due settimanel’ex carcere di Montefiascone si trasforma in un attivatore sinaptico, una macchina maieutica dispensatrice di dubbi e saperi concentrati, da assumere in pillole senza ricetta medica. Ad alimentare il dispositivo riflessivo 70 artisti che a turno occuperanno le 10 celle, ciascuno con il proprio “programma”, suddiviso in temi o azioni. Ad ogni artista sarà chiesto di preparare 10 unità. Il catalogo restituirà l’insieme di tutte le unità, come un diagramma di flusso, oltre che la documentazione fotografica dell’esperienza.






In silence

“Ogni  discorso è oltre le parole pronunciate”

 Un “programma” di Gianfranco D’Alonzo

Giorgio de Chirico, Il cervello del bambino, 1914

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Ogni creatura è piena di Dio, ed è un libro.(Maister Eckhart)

 

La cella si presenta arredata con dieci oggetticollocati in luoghi adatti alla loro natura o alla loro funzione: lampada,libro, computer, tappetino per mouse, oggetto “T ”fotografia  sul tavolo; una serigrafia su  plexiglas e l’orologio sulle pareti; lo zerbino  all’ingresso della stanza; la valigiamessa per terra. Cose e persone sono organizzate sull’asse che collega la porta d’ingresso alla finestra attraversando il tavolo dell’incontro, dove io sono seduto dando le spalle alla finestra, avendo di fronte il visitatore che viene a trovarmi. Il quale, una volta entrato, è invitato a osservare attentamente lo spazio e poi a indicare uno dei dieci oggetti presenti nella cella.  Ognuno di essi corrisponde a un tema – e il visitatore ne sarà informato – che a sua volta rimanda a una visione. La visione avviene via computer e ha la durata di circa quattro minuti. Terminata la visione, il visitatore è invitato a restare – come me, seduto, a occhi chiusi e in silenzio– fino allo scadere dei dieci minuti previsti dal regolamento.

 

1
Computer Asus N552VW-FI057T Portatile, Display da 15.6 Pollici
Che muore sempre
Alone
https://www.youtube.com/watch?v=8b22LdXOzfA&feature=youtu.be

2
Foto:  In & out, stampa digitale incorniciata, cm 10 x15. Dall’opera  Il cervello del bambino, 1914, di  Giorgio de Chirico.
Che scarta i significati
One
https://www.gianfrancodalonzo.net/one/

3
Lampada a batteria, verniciata
Che guida
Jo em confesso
https://youtu.be/bSU_i5FLg3c

4
Libro: Gianfranco D’Alonzo, LOP Rete Mostra Libro_Quando l’arte ripensa le piattaforme della comunicazione, a cura di Franco Speroni, Ed. Gangemi 2014
Che ha domande
Stanza di preghiera
https://www.youtube.com/watch?v=r-3UVZBi3BM&feature=youtu.be

5
Orologio Ikea
Che non dice
LOP Alias
https://www.youtube.com/watch?v=FfivxS4oceA&feature=youtu.be

6
Serigrafia: G. D’Alonzo, Che Indica, 1983,  serigrafia su plexiglas, cm 24×33
Che indica
Feed
https://www.youtube.com/watch?v=1xaxN-5aMzM

7
Maschera, tappetino  per mouse che riproduce  un Poema Visuale di  Joan Brossa del 1978
Che non definisce
Il processo creativo
https://www.youtube.com/watch?v=tK0TEKnJP30&feature=youtu.be

8
Oggetto “T”: G. D’Alonzo, Oggetto “T” , 2017, gommapiuma e pastelli, cm 3×4,5×5,5
Che ti disorienta
Dyingnow
https://www.youtube.com/watch?v=rdaqGRkMUKs&feature=youtu.be

9
Valigia anni ’70, cm 75x46x21
Che svuota
Caro Pino
https://www.youtube.com/watch?v=yo8t1AeKnx4&feature=youtu.be

10
Zerbino: G. D’Alonzo, Atterra, 2011,  zerbino intarsiato,cm 100×100
Che pulisce
Land of prayer
https://www.gianfrancodalonzo.net/land-of-prayer/eng/enter.html

 

Gianfranco D’Alonzo, Il bagaglio culturale, 2017

 

 

Considerazioni a margine

Il programma che ho costruito ha governato rigorosamente ogni singolo incontro, fino alla scelta, casuale, della “visione”. Il visitatore non ha avuto nessuna possibilità di modificare la struttura teorica già scritta, se non quella di rifiutarsi di proseguire. Anche se, a ripensarci, abbiamo usufruito dell’unica occasionedi libertàche uno spazio chiuso come la cella di un carcere permette: uscirne “a occhi chiusi”, immersi nel buio; o nella luce, chissàà!
Nella sua condizione attuale, cioè cartacea, lo schema, che assomiglia molto a una “procedura algoritmica”, si comporta non solo come una matrice riproducibile in qualunque momento ma, coinvolgendo la Rete produce molteplici risultati. Ciò che ha avuto origine come schema chiuso, rigoroso e veicolato nei suoi minimi particolari, si apre alla frammentazione e alla divagazione incontrollata e partecipata della condivisione, senza che la promessa di un’immagine finale si realizzi, cioè senza che il cammino torni “dalle mie parti”, salvo che io non voglia.
Potrebbe, però, anche causare un “gioco asociale”, introverso, in cui ricoprire il ruolo che fu dell’autore e dell’amministratore, ripercorrendone i passi. Forse, qualcuno si sarà chiesto il motivo di quelle presenze (oggetti, opere?) e, soprattutto, cosa sarebbe accaduto se ne avessero indicata un’altra da quella scelta e aprendo un altro percorso, un’altra visione. Uno schema dal fondo così parziale che si declina in un’indefinita riproposta e domanda di sé, senza andare oltre.
Il gioco continua…

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