Grafica d’Arte 2024-25
Grafica d’Arte 2023-24
Ci sono giorni nei quali ogni persona che incontro e, ancor di più, le persone abituali della mia convivenza obbligata e quotidiana, assumono aspetti di simboli e, isolati o fra loro connessi,formano un alfabeto profetico od occulto che descrive in ombre la mia vita. L’ufficio diventa per me una pagina con parole fatte di gente; la strada è un libro; le parole scambiate con i conoscenti o gli sconosciuti che incontro sono espressioni per le quali viene meno il dizionario ma non completamente la comprensione. Parlano, si esprimono; eppure non parlano di se stesse e non esprimono se stesse; sono parole, ho detto, e non indicano, lasciano solo intendere. Ma, nella mia visione crepuscolare, distinguo solo vagamente quanto queste vetrate, che si rivelano sulla superficie delle cose, lasciano trasparire dalla loro interiorità che custodiscono e rivelano. Intendo senza arrivare alla coscienza, come un cieco al quale si parli di colori.
A volte, passando per la strada, colgo brani di conversazioni intime, e si tratta quasi sempre di conversazioni sull’altra donna, sull’altro uomo, sul ragazzo di uno o sull’amante dell’altro…
Per il solo fatto di sentire queste ombre di discorso umano, che poi in fondo è tutto ciò di cui si occupa la maggioranza delle vite coscienti, porto dentro di me un tedio disgustato, l’angoscia di un esilio tra ragni e l’immediata consapevolezza della mia umiliazione fra gente reale; la condanna, nei confronti del proprietario e del luogo, di essere simile agli altri inquilini dell’agglomerato; di stare a spiare con disgusto, fra le sbarre del retrobottega, l’immondizia altrui che si ammucchia sotto la pioggia in quel cortile interno che è la mia vita.
(Fernando Pessoa, Il libro dell’inquietudine)
Grafica d’Arte 2022-23
Grafica d’Arte 2021-22
Negli ultimi anni mi é capitato di dislocarmi continuamente. Ma piú che abitare piú luoghi, mi sembra che siano iniziati ad esistere piú me.L´insieme di queste deslocazioni non hanno molto a che vedere con il passare da una cittá all´altra, ma costituiscono una ulteriore rete che compone una geográfica personale. La rete é composta da luoghi, amicizie, sentimenti, attivitá, scambi intelletuali, bibliografie, musiche,suoni, sapori che non considero esterni ne occasionali. Piú che geografie, tale rete abitativa é per me costituita da diverse dimensioni e relazioni, intime e dinamiche. Ognuna delle cittá che compongono la rete, piú che da un insieme di vie, luoghi e localitá, é composta da un insieme di connessioni, che compongono, a loro volta, reti che si estendono connettando altri luoghi, altre persone, altri interlocutori.
L´insieme di questa rete di reti é tenuto insieme dai miei continui spostamenti e da um flusso continuo di informazioni. Considero l´insieme di questa rete di reti di informazioni, luoghi, persone, attivitá, suoni, musiche, sapori e bibliografie, qualcosa che mi costituisce e, consequentemente, qualcosa a me familiare e interno ma, al tempo stesso e contradditoriamente, anche la condizione del mio divenire e dei miei cambiamenti. Piú che cittá, piú che localitá e attivitá, l´insieme de nodi che compongono questa rete e queste molteplicitá si manifestano a me como opportunitá di cambiamento, e al tempo stesso, come l´arquitettura interna costitutiva della mia attuale condizione. Mi costituiscono e mi cambiano. Tali reti non sono, pertanto, geografie esterne, ne soltanto spazi da attraversare,ma forme e dinamiche del mio divenire. Non mi ricordo bene se ho iniziato a studiare le reti e l´abitare negli utlimi anni in consequenza dei miei continui dislocamenti o se ho iniziato a dislocarmi in consequenza del mio ricercare. Ho appreso, in consequenza di questo andare che esiste una stretta relazione tra una determinata latitudine e cio che facciamo, pensiamo e siamo.
(dal blog di Massimo Di Felice https://www.massimodifelice.net/massimodifelice-2?fbclid=IwAR2rzJNFNwFgnsRy2wzxwdWTPe0Zlab_ZFE1HtwJW3tY73Wp6oTw3PssJP4)